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Con passo d'infanzia*, 2024

2022 – 2024

“Vi è un’immensa differenza tra il vedere una cosa senza matita in mano e il vederla mentre la si disegna. O meglio, sono due cose assai differenti che si vedono.(…) Bisogna qui volere per vedere e una tale vista voluta ha il disegno per scopo e insieme per mezzo.” (Paul Valéry, Degas, danza, disegno, Milano, Feltrinelli,1980. p.56)

Un braccio che avvolge, il calore di una mano che tiene stretto a sé, il costume di lana a righe bianche e rosse che pizzica fastidiosamente; coi piedi a mollo, seduti sul muretto a Morcote, aspettando il battello delle tre per poter entrare in acqua. 

Immagini, scattate e assemblate da papà nell’album delle foto dell’infanzia, ricercate mille volte, sfogliate, riconosciute, additate, lì a rassicurare, a confermare che io sono proprio io.

Condotta in superficie dal tratto di pennello o di matita, ogni occhiata appare dilatata, carica di sensazioni, di umori, in un’atmosfera densa degli stati d’animo che hanno costruito l’infanzia.

Quanto vivere, in quel giardino, che allora pareva immenso, una giungla di vegetazione.

E come portare la borsetta di treccia di paglia, la domenica, col vestito della festa? Guardo come mamma tiene la sua borsetta, ma è faticosa la posizione del braccio piegato con la borsetta nell’incavo del gomito. Perciò dopo mille prove, mi risolvo a sostenere la mano con l’altra mano.(...) L.F.

(*da una poesia di Leopoldo Lonati)



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